Sicurezza informatica: perché iceGate è una soluzione sistemica

Seconda parte: integrabilità e resistenza

Integrabilità e resistenza sono due concetti legati fra loro da una proporzione inversa: maggiore è la misura di uno di essi, minore è l’altra.
Mi spiego.

Nel nostro sito trovi questa semplice definizione: “L’integrabilità misura la facilità di inserimento della soluzione nel sistema cui è destinata […]; questa operazione è troppo spesso complessa, costosa, dagli esiti incerti per effetto delle sempre più frequenti incompatibilità.”
Riguardo la nostra soluzione di sicurezza informatica, iceGate, dichiariamo un’integrabilità del 100%, come dire che non prevediamo un sistema che vi sia incompatibile, a patto naturalmente che “parli” IP; in pratica tutto quanto si “affaccia” in rete.
Questa è la premessa che sarà più chiara se prima spostiamo per qualche minuto l’attenzione sul concetto di resistenza.

Un sistema complesso (sia esso di uomini o macchine, naturale o artificiale) tende a opporre resistenza al cambiamento per il fatto stesso di essere… complesso: sono cioè le numerose connessioni tra i diversi punti del sistema a renderlo refrattario al cambiamento. Non è mai un singolo componente del sistema a opporre resistenza (se così fosse, ne sarebbero più facilmente identificabili sia la natura che la soluzione) ma l’intreccio delle relazioni che lo legano agli altri elementi fino a renderne il comportamento e i destini indissolubilmente legati.

ESEMPIO IN UN SISTEMA UMANO

Immaginiamo il governo di uno stato di fantasia e supponiamo che il suo sistema sia composto da soli 10 organi fra ministeri e istituzioni centrali (è proprio un paese di fantasia!); ognuno di essi è collegato con ciascuno degli altri (sia direttamente che non) e quindi con soli 10 elementi abbiamo già una rete piuttosto complessa.
Ora immaginiamo di voler cambiare qualcosa in un punto, per es. i criteri con cui vengono eletti gli organi direttivi di una delle istituzioni: sappiamo tutti quanto ciò possa creare tensioni, opposte esigenze e interessi incrociati.
Il cambiamento (reale o annunciato) ha un impatto su tutti i punti del sistema; la vera resistenza non è espressa dal singolo punto in cui dovrebbe intervenire il cambiamento ma dal sistema nel suo complesso.

ESEMPIO IN UN SISTEMA ARTIFICIALE

Un’automobile è un sistema complesso e se volessi far correre di più la mia potrei pensare di sostituirne il motore con quello di una fuoriserie… ma prova a immaginare a quali sollecitazioni (cioè “relazioni”) sarebbero sottoposti gli altri componenti: la rottura o il malfunzionamento sono assicurati perché il sistema non è in equilibrio.
È invece molto probabile che io voglia  scongiurare quella rottura, pena andare a piedi, e quindi cercherò di evitare un simile “scompenso”: in altre parole mi toccherà andare alla stessa velocità di prima ma in più avrò speso tempo e denaro per un motore che non sfrutto e che resterà inutilizzato sotto il cofano della mia automobile.

Naturalmente esiste la possibilità che io adegui tutti i componenti non più compatibili, ma se optassi per questa soluzione toglietemi il saluto: niente di più costoso e miope, come ovvio!

Adatta le cose a te, invece di adattarti alle cose

Orazio

DOVE ERAVAMO RIMASTI…

Credo che i due esempi precedenti chiariscano a sufficienza il concetto di resistenza, come questa si manifesta e quali costi può produrre.
Un sistema assomiglia a una rete in cui ogni componente influisce su molti altri, su alcuni in maniera diretta, su altri in maniera indiretta (cioè attraverso componenti intermedi); e più le parti sono numerose e mutevoli più le relazioni che legano le une alle altre possono essere molteplici, complesse, variabili e intricate.
Ecco dunque che risulta facile comprendere come nell’ambito dei sistemi (ma guarda un po’: “sistemi”) informatici il principio non sia affatto diverso, anzi, se possibile, presenti ancor più criticità.

A fronte di un loro impianto particolarmente composito è del tutto naturale che i decisori si pongano mille domande prima di introdurvi un nuovo componente poiché i costi possono poi rivelarsi altissimi.
Parlo di costi in termini di tempo, di energie, di affidabilità del sistema, di performance; i costi economici possono essere enormi, a partire dalle spese vere e proprie sino ad arrivare alle ricadute sulla bontà di servizi che, eventualmente, essi offrono a terzi.

CONCLUSIONE

Bene, con iceGate, questi dubbi, pur legittimi, sono azzerati.
Lo ripeto, azzerati.
iceGate è un sistema di sicurezza informatica perimetrale che non tocca né interagisce con nessuno dei sistemi eventualmente già presenti che, anzi, rinforza oltre ogni aspettativa; non esiste nessuna controindicazione tecnica poiché prescinde dalla natura dei sistemi che andrà a proteggere.

Le resistenze sono completamente eliminate, il sistema ospite non viene modificato, non sono necessarie complicatissime analisi di fattibilità, né aggiornamenti o adeguamenti.
Il rischio di costi non previsti dovuti a incompatibilità emergenti è del tutto inesistente; la progettazione di iceGate ci permette di garantire sin dall’inizio cosa aspettarsi sia in termini di sicurezza e prestazioni che di investimento.  

Troppo facile, vero? Chissà, forse potrà anche sembrare così, ma magari il punto è che siamo solo abituati a un paradigma di sicurezza ormai vecchio e non più sostenibile…

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